• Ei tuloksia

Considerazioni preliminari sulla commutazione di codice in Quando Dio ballava il tango di Laura

LI1 DIALETTO LI2 SPAGNOLO TOTALE

7 Impatto sul lettore – traduzioni

Infine, a differenza del CS orale che è indirizzato solitamente ad un interlo-cutore che condivide le competenze in entrambi i codici, il CS scritto ha un pubblico presumibilmente monolingue o in ogni caso di una competenza limitata in LI. Pertanto nell’uso scritto di CS gli autori, come L. Pariani, ri-corrono a vari meccanismi per tradurre, spiegare e rendere comprensibili gli enunciati in LI. Le traduzioni possono essere divise in tre categorie: tradu-zione letterale, tradutradu-zione non letterale e tradutradu-zione contestuale (Callahan 2004: 103–109; Camarca 2005: 233–234). La traduzione letterale segue o pre-cede le parole o frasi in LI, o si trova comunque vicino.

67. Le ricorda i garbugli della sua famiglia, le mezze verità di suo padre; e poi la sua attuale condizione di esule, desterrada. (21)

68. Dice il proverbio che gli uomini sono come i scirés, le ciliegie: dove ne va uno, ga ‘n van dés. (15)

69. Antes y después, prima e dopo. (182)

70. Per non parlar dei topi. Pieno di ratas, ovunque. (68)

Anche le traduzioni esplicite fanno parte di questo gruppo, a volte accompa-gnate da un commento metalinguistico.

71. “Golondrinas” si chiamano in castellano i lavoratori stagionali come il Togn.

“Rondini”. Che nome poetico per una vita d’inferno, pensa la ragazza. (23) 72. La porta triunfanta trì fiö la gh’éa, trì fiö la cancelléa, trì in-da-la cüna, trì

vistî da lüna, trì in-dal cünén, trì vistî da anadén, trì in-sul pulé, trì vistî da capp a pé… Canta questa melodia antica […] come facevano le vecchie di casa quando lei era piccolina e voleva sapere perché la porta triunfanta

vesti-va i suoi bambini in modo tanto strano, e soprattutto perché era così cattivesti-va con loro da farli fuori uno dopo l’altro. (65–66)

A volte le traduzioni possono risultare ridondanti:

73. Cuando se muere la carne, quando muore la carne… (197) 74. “Perdóname, Nelida… Baciami, perdonami.” (226)

La traduzione non letterale invece è una perifrasi che segue o precede le pa-role o frasi in LI. Le spiegazioni, talvolta anche estese fanno parte di questo gruppo.

75. “Be’, di mangiare in Argentina ce n’è: sanguinacci, le torrejas che son pezzi di carne foderati di cervella e serviti in salsa brusca…” (22)

76. Pilar cominciò a curarlo preparandogli la “sustancia”, facendo colar il siero dalla carne fresca della selvaggina che Juan Evangelista cacciava. (44) L’ultimo tipo, la traduzione contestuale risulta la più diffusa e include diversi tipi di modalità.

77. “Cállate e mangia, che si fredda. Quand’ero piccola mia madre ripeteva sem-pre a noi chicos di non parlare quando si ha la bocca piena.” (48)

78. “Abuela, ce li hai i fosforos?” La vecchia apre la borsa: il piccolo monedero, il libro di preghiere, il rosario. Fruga per controllare che ci siano anche i lumini e la scatola di fiammiferi.

79. “Tu pensi troppo” mi disse Gabriel “y cuando te ponés a pensar diventi brut-ta.” (227)

80. Ho detto comunque a Dulce che giravi armato di coltello, perché non ti pia-ceva il revolver: dicevi che il cuchillo era para cerca, e da vicino era l’unico modo in cui volevi guardare le cose. (118)

A volte la traduzione contestuale può essere utilizzata in un modo molto sottile come nel seguente esempio. Essa viene ripresa con un altro termine in LI1 a distanza di una pagina.

81. “Abuela, conta la storia della creciente” chiede il bambino. E la vecchia docile:

“Quando io ero piccola, più piccola di te, venne un’onda di piena spaventosa che invase la foresta e gli yerbales. Le acque del Paraná trasportavano […]

animali morti, ma soprattutto serpenti, il gran viborón delle piogge…” (34)

82. “Quando arrivava la inundación, mio padre e mia madre tiravano sul tetto il loro letto-barca…” (35)

8 Conclusione

I risultati di questo tentativo confermano in linea di massima quelli degli altri studi, soprattutto dell’analisi di L. Callahan. Dal punto di vista gram-maticale prevale il CS intrafrasale sul CS interfrasale e particolarmente i so-stantivi tra diverse categorie grammaticali. Il modello di C. Myers-Scotton risulta generalmente valido. Forse più sorprendentemente scopriamo anche una differenza quantitativa notevole nell’uso delle due LI. Dal punto di vi-sta discorsivo, invece, il CS si rivela frequente e rivolto a un numero elevato di usi diversi, di cui molti attestati già in altre analisi. Avverto le difficoltà caratteristiche dell’analisi fra tre codici strettamente imparentati tra loro. I lemmi omofoni e i neutral sites sono illimitati e a volte è difficile stabilire se un termine fa parte di un codice piuttosto che di un altro. Dato che il pubbli-co del CS scritto è solitamente monolingue, si ripubbli-corrono a vari meccanismi di traduzione, come si è visto nel capitolo precedente. Questa è una caratte-ristica fondamentale del CS scritto rispetto a quello orale. Però in L. Pariani c’è una differenza tra le due LI, perché il dialetto non viene quasi mai tradot-to, lo spagnolo lo è invece in continuazione. Quasi come il dialetto fosse un codice più chiuso che può essere capito solo dagli addetti ai lavori, mentre la comprensione dei tratti in spagnolo è garantita in vari modi. Sembra ne-cessario sottolineare un aspetto essenziale di questo tipo di studio: come naturalmente l’uso orale monolingue diverge dall’uso scritto monolingue, analogamente l’uso orale del CS si manifesta in una maniera differente da quello scritto. Ma questo non significa che entrambi non siano governati dalle stesse regole né lo studio del CS scritto abbia bisogno delle giustifica-zioni come una forma meno autentica. Nelle fasi successive dello studio sarà di grande importanza riuscire a “rompere il continuum” e prestare maggiore attenzione alle problematiche del contatto linguistico nel caso italiano. Inol-tre bisogna stabilire se anteporre l’aspetto grammaticale o quello discorsivo, e nel primo caso scegliere se accettare il modello di C. Myers-Scotton come punto di partenza o tentare un altro approccio. Una parte dello studio dovrà

essere dedicata alla lunga e continua tradizione del plurilinguismo letterario italiano6. Infine, i fenomeni del CS nella situazione italiana saranno poco ti-pici o imprevedibili ma, proprio per questo motivo, sono molto interessanti e presentano un banco di prova per verificare l’applicabilità delle teorie del CS.

Bibliografia

Auer, Peter (1984). Bilingual conversation. Amsterdam: Benjamins.

Auer, Peter (1995). «The pragmatics of code-swiching». One speaker, two languages:

Cross-disciplinary perpectives on code-switching (eds. Lesley Milroy e Pieter Muys-ken). Cambridge: University Press, 115–135.

Berruto, Gaetano (2004). «Su restrizioni grammaticali nel codemixing e situazioni sociolinguistiche. Annotazioni in margine al modello MLF», Sociolinguistica 18, 54–72.

Berruto, Gaetano (2005). «Dialect/standard convergence, mixing, and models of lan-guage contact: the case of Italy». Dialect change, convergence and divergence in Eu-ropean languages (eds. Peter Auer, Frans Hinskens e Paul Kerswill). Cambridge:

University Press, 81–95.

Callahan, Laura (2004). Spanish/English Codeswitching in a Written Corpus. Amster-dam: Benjamins.

Camarca, Silvia (2005). «Code-switching and textual strategies in Nino Ricci’s tri-logy», Semiotica 154–1/4, 225–241.

Giacalone Ramat, Anna (1995). «Code-switching in the context of dialect/standard language relations» One speaker, two languages: Cross-disciplinary perpectives on code-switching (eds. Lesley Milroy e Pieter Muysken). Cambridge: University Press, 45 – 67.

Gumperz, John J. (1982). Discourse strategies. Cambridge: University Press.

Haller, Hermann W. (1997). «The dialects abroad». The Dialects of Italy (eds. Martin Maiden e Mair Parry). London – New York: Routledge, 401–411.

Montes-Alcalá, Cecilia (2001). «Written codeswitching: Powerful bilingual images».

Codeswitching worldwide II (ed. Rodolfo Jacobson). Berlin: Mouton de Gruyter, 157–191.

6 Termine di I. Paccagnella 1983; 1994.

Myers-Scotton, Carol (1993). Duelling languages: Grammatical structure in Codeswitching. Oxford: Clarendon Press.

Myers-Scotton, Carol (1998). «Introduction». Codes and consequences: choosing lin-guistic varietes (a c. di Ead.). New York – Oxford : Oxford University press, 3–17.

Myers-Scotton, Carol (2004). «Precision tuning of the Matrix Language frame (MLF) Model of codeswitching», Sociolinguistica 18, 106–117.

Paccagnella, Ivano (1983). «Plurilinguismo letterario: lingue, dialetti, linguaggi». Let-teratura italiana, vol. II Produzione e consumo (ed. Alberto Asor Rosa), Torino:

Einaudi, 103–170.

Paccagnella, Ivano (1994). «Uso letterario dei dialetti». Storia della lingua italiana: le altre lingue (eds. Luca Serianni e Pietro Trifone). Torino: Einaudi, 495–539.

Pariani, Laura (2002), Quando Dio ballava il tango. Milano: Rizzoli.

Poplack, Shana (1980). «Sometimes I’ll start a sentence in Spanish y termino en es-pañol: towards a typology of code-switching». Linguistics 18, 581–618.

Schneider, Edgar W. (2002). «Investigating variation and change in written docu-ments». The handbook of language variation and change (a c. di J. K. Chambers, P.

Trudgill e N. Schilling-Estes). Malden, MA: Blackwell, 67–96.

Siti Internet

<http://www.nazioneindiana.com/2004/02/01/narrando-in-italiano-2/> 20.6.2008.

<http://www.nazioneindiana.com/2004/02/02/narrando-in-italiano-5/> 20.6.2008.

46

Remarques sur le conditionnel en français